Bisogna cominciare a pensare all’educazione come un’educazione alle differenze e alla pluralità di queste stesse differenze, non semplicemente tra “maschile” e “femminile”. La storia dei femminismi è da questo punto di vista esemplare, e incita a riconoscere e a non occultare le differenze interne alle stesse soggettività femminili (e maschili). Pensiamo a forme di relazione restitutiva, quando si restituisce all’altro il proprio essere così com’è, senza voler essere altro; il proprio essere riconosciuto per il valore della differenza e senza imposizione. Per compiere tutto questo percorso mancano ancora le parole, mancano la società, le distanze, gli spazi, i luoghi, il desiderio e la volontà. Ci mancano le maglie simboliche, poiché una relazione tra differenti chiede di un sapere e un dire differente. Imparare a esistere diversamente, cioè vivere diversamente. Con diritto. Non per mano di altri. Per farlo serve un’educazione “altra”; c’è bisogno di nuove educazioni, non bastano le leggi, le regole, ma dobbiamo far leva sulla comprensione. In questo percorso dobbiamo far affidamento sull’immaginario, anche e soprattutto quello delle giovani e dei giovani. Dobbiamo far leva sul desiderio di una nuova relazione, una nuova forma di coabitazione di genere che sappia dare valore alle diverse esistenze cogliendo le intelligenze plurali della vita. Serve una pacificazione tra i generi, e per farlo occorre mettere in moto modalità di formazione situazionale continua, che partano anche dalla decostruzione critica delle forme irrigidite e stereotipate attraverso cui le identità di genere sono culturalmente e socialmente plasmate. Assieme alla pars destruens dobbiamo stimolare l’auto apprendimento della ricchezza del cambiamento della e nella complessità, cornice entro cui l’essere umano resta tuttavia il centro ineliminabile, in nome del presente e per un futuro sostenibile.
pp. 272
ISBN cartaceo 9788878850194
Nell’instabilità e nella contraddittorietà che da anni attraversano le politiche dell’istruzione nel nostro paese, gli obiettivi di educazione a una cittadinanza di genere e di promozione di una cultura di non discriminazione nella scuola non ricevono l’attenzione che meritano; e quei pochi che sono presi in considerazione rischiano di scomparire di fronte alle resistenze di comportamenti di difesa di poteri acquisiti.
Prefazione Enza Vio, Assessora alle Pari Opportunità, Provincia di Venezia Introduzione: Ivana Padoan e Maria Sangiuliano IDENTITÀ IN (TRAS)FORMAZIONE: NUOVI MODELLI E CULTURE DI GENERE IN ADOLESCENZA Adolescenti e differenze di genere. Ricerche di identità Barbara Mapelli Modelli maschili in trasformazione nelle relazioni tra pari e tra uomini di diverse generazioni Stefano Ciccone COMPLESSITÀ IN FORMAZIONE: POLITICHE, MODELLI E PRATICHE DI GENERE Generi e politiche educative. Spunti sul contesto italiano a partire dagli ambiti internazionali Maria Sangiuliano Genere, insegnamento e professionalità nei contesti internazionali in cambiamento Sheelagh Drudy I generi in formazione: apprendimento e trasformazione Ivana Padoan Ragazze di successo? Mettere in discussione i discorsi postfemministi e neoliberali sui risultati scolastici e l’uguaglianza di genere Jessica Ringrose Rompere il silenzio: educare i cittadini all’amore, alla cura e alla solidarietà Kathleen Lynch, Maureen Lyons e Sara Cantillon PRASSI FORMATIVE: FORMAZIONE E ORIENTAMENTO DI GENERE NELLE SCUOLE SUPERIORI E NELL’UNIVERSITÀ Pari generi? L’esperienza della Provincia di Venezia con l’educazione tra pari nelle scuole superiori Franca Pullia e Maria Sangiuliano Orientamento in ingresso e in uscita al di là degli stereotipi di genere: quale ruolo possibile per l’Università? Romana Frattini